Storia della Chiesa

Essa è collocata in prossimità dell’Arco di Gallieno, addossata alle antiche Mura serviane, e sorge sull’area un tempo occupata dal Macello di Livia, che più tardi si trasformò in luogo di martirio per molti cristiani.

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La chiesa è menzionata per la prima volta, col titolo di diaconia, nella biografia di papa Leone III tra l’VIII ed il IX secolo. Nei secoli successivi essa cadde in rovina; fu perciò completamente ricostruita da Sisto IV nel 1477. Subì ulteriori restauri nel XVII e nel XIX secolo. L’espandersi del rione oltre le Mura serviane, convinse a cambiare l’orientamento della chiesa, aprendo una nuova facciata su via Carlo Alberto. Queste modifiche, operate all’inizio del XX secolo, furono eliminate nel corso dei restauri all’edificio eseguiti negli anni settanta, che riportarono la chiesa all’antica struttura, con l’entrata principale in via di San Vito.

La chiesa è dedicata a Vito, martire cristiano molto venerato nel Medioevo, perché gli si attribuivano facoltà terapeutiche. Il suo culto era molto diffuso nell’area del Mediterraneo. La sua ricorrenza è il 15 giugno.

La chiesa è sede della “parrocchia di Santa Maria Maggiore in San Vito”, eretta da Leone XII il 1º novembre 1824 con la bolla “Super universam”.

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